Se n’è andato, a 86 anni, il regista e sceneggiatore Umberto Lenzi. Era stato uno dei principali autori del cinema di genere e aveva diretto film considerati di culto come Milano odia: la polizia non può sparare, Roma a mano armata e Napoli violenta. Era nato a Massa Marittima, in provincia di Grosseto, nel 1931, si era diplomato al centro sperimentale di cinematografia di Roma e aveva debuttato alla regia nel 1961.
Un talento irrequieto che ha sempre detto di sentirsi anarchico nell’anima e nelle scelte, ha frequentato il genere cannibalistico in coppia con Ruggero Deodato, l’avventura bellica, il poliziottesco che ne farà uno degli idoli di Quentin Tarantino e il pigmalione di due star del genere: Maurizio Merli di cui farà la fortuna e Tomas Milian, una sua scoperta con cui lavorerà sette volte fino a un traumatico scontro. Con Milian inventa il personaggio di Monnezza nel 1976, ed è in pratica l’inizio di un mito nostrano, ma non solo.
Ha diretto alcuni dei più grandi attori della sua generazione da Henry Fonda a Carrol Baker, da John Huston a George Peppard. Si vestiva da gran signore, con l’eterno foulard al collo, si è divertito e ci ha divertito. Ci mancherà un sacco. Anzi, come direbbe er Monnezza: un casino