Buon compleanno Gina! 90 anni da Lollobrigida

Star internazionale, fotografa di Fidel Castro è stata la maggiorata fisica del cinema italiano. Festa con red carpet per il compleanno

Buon compleanno Gina! 90 anni da Lollobrigida
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Francesco Troncarelli Modifica articolo

4 Luglio 2017 - 11.24


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 «In Europa Gi-na-Lol-lo-bri-gi-da sono le sette sillabe più famose. È lei la ragazza che, secondo Humphrey Bogart, “fa sembrare Marilyn Monroe simile a Shirley Temple” » (Time1954).

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E pensare che non voleva fare l’attrice, ma la scultrice, o tutt’al più la cantante, soprano per l’esattezza, per la bella voce che aveva e che colpiva subito chi la stava ascoltando, eppure Gina Lollobrigida che compie 90 anni in piena attività e sempre al centro dell’attenzione per le sue vicende private, al cinema deve tanto, moltissimo, perché è grazie alla settima arte che è diventata una star internazionale.

 

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Una diva affermata e acclamata in tutto il mondo, un nome dal richiamo sicuro per le produzioni cinematografiche e un’icona della bellezza mediterranea che ha fatto palpitare i cuori dei suoi sterminati fan. Per tutti era “la maggiorata fisica”, secondo il neologismo inventato per lei da Vittorio De Sica nel “Processo di Frine”, episodio del film di Blasetti “Altri tempi”, che sarebbe poi diventato un termine di uso comune per indicare le giovani attrici dalla bellezza prorompente, le maggiorate appunto, come lei, la Gina nazionale.

La biografia di Luigia Lollobrigida, nativa di Subiaco dove il padre Giovanni, facoltoso costruttore di mobili aveva perso tutto in seguito a un bombardamento alleato sul finire della guerra, è senza segreti. Trasferitasi a Roma con la famiglia, viveva con le tre sorelle e i genitori in una stanza in affitto. Erano insomma degli sfollati come si diceva allora, che provavano a ripartire da zero tra mille difficoltà.

E Gina per ricominciare, va dove la porta il cuore, segue la sua passione, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di via Ripetta e per pagarsi gli studi fa caricature sulla scalinata di piazza di Spagna. Da questo inizio in salita affrontato con sacrificio e dedizione, si delinea il carattere volitivo di Gina che l’accompagnerà per tutta la vita, quella sua voglia di affermarsi che nel giro di qualche anno le farà salirà tutti i gradini della scala del successo passando dal ruolo di controfigura a quello di attrice protagonista di film memorabili e che hanno fatto la storia del cinema.

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Comincia coi fotoromanzi realizzati da “Sogno”, prosegue coi concorsi di Bellezza, prima Miss Roma e poi Miss Italia dove sarà terza dopo Lucia Bosè e Gianna Maria Canale, per approdare poi a Cinecittà in piccole particine e semplici comparsate, grazie alla pubblicità dei rotocalchi che rilanciano sulle loro copertine il suo viso solare e quel fisico da pin up che ha.

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Nel 1950 la svolta, riceve l’offerta del produttore miliardario Howard Hughes per Hollywood. Ovviamente accetta subito, salvo pentirsi a contratto appena firmato, quando si accorge di essere finita in una prigione dorata. Rientra perciò in Italia, perché in America potrebbe lavorare solo nei set realizzati da Hughes. Quella sconfitta, ampiamente raccontata dai settimanali d’attualità, diventerà la sua fortuna, perché anche i nostri registi iniziano a interessarsi a lei.

 

 

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Luigi Zampa le fa da pigmalione con “Campane a martello” e “Cuori senza frontiere”, seguono Monicelli e Steno con “Vita da cani, poi è la volta di Pietro Germi con “La città si difende” e di Carlo Lizzani con “Achtung! Banditi”, tutte pellicole di livello che la promuovono a vera attrice e la impongono come rivelazione del cinema italiano.

Il successo poi che ottiene in Francia in “Fanfan la tulipe” a fianco del divo Gérard Philipe è eccezionale, Parigi la adotta facendone una diva, quella che di lì a poco sarà considerata ovunque perché l’affermazione definitiva è prossima. Da Blasetti a René Clair, da Monicelli a Comencini ormai la vogliono tutti ed è proprio Luigi Comencini a decretare la sua fama assoluta affiancandola a Vittorio De Sica nel clamoroso successo di “Pane, amore e fantasia”, film grazie al quale, da quel momento nell’immaginario collettivo sarà per sempre la Bersagliera.

 

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Il pubblico impazzisce per lei. Gina Lollobrigida diventa “la Lollo” e si può permettere grandi coproduzioni internazionali come “Il tesoro dell’Africa” per John Huston, “Trapezio” con Tony Curtis, “Il gobbo di Notre Dame” per Jean Delannoy dove interpreta una splendida e sensuale Esmeralda accanto ad Anthony Quinn Quasimodo, sequel fortunati come “Pane amore e gelosia”, dopo il quale lascerà il ruolo alla “rivale” di sempre Sophia Loren, scelte impegnate e intellettuali come “La provinciale” di Mario Soldati, “La romana” di Luigi Zampa e “Mare matto” di Renato Castellani.

Se gli anni Cinquanta sono il suo palcoscenico d’eccellenza, i favolosi Sessanta la vedono sfruttare con intelligenza il suo nome e la sua aura di sex symbol. Nel 1961 gira “Va nuda per il mondo”, accanto ad Ernest Borgnine ed Anthony Franciosa, nello stesso anno con “Torna a settembre”, in cui è protagonista assieme a Rock Hudson e Sandra Dee, vince un Golden Globe come miglior attrice del mondo. L’anno seguente recita nel film in costume “Venere imperiale” di Jean Delannoy: il ruolo di Paolina Bonaparte le fa aggiudicare un David di Donatello e un Nastro d’argento come migliore attrice protagonista.

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Nel 64 è “La donna di paglia” insieme a Sean Connery, l’anno successivo recita in “Strani compagni di letto” di Melvin Frank di nuovo accanto a Rock Hudson e ancora è grande protagonista di “Un bellissimo novembre” di Bolognini insieme a Gabriele Ferzetti. Nel 1968, grazie alla sua interpretazione in “Buonasera, signora Campbell” di Melvin Frank con Telly Savalas e Shelley Winters, riceve una candidatura al Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale (vinto poi da Barbra Streisand per Funny Girl) e un terzo David di Donatello alla migliore attrice.

Il cinema però non le basta più. Scopre la televisione, dal “Pinocchio” di Comencini alle serie americane “Falcon Crest” e “Love Boat” fino all’ultima apparizione di prestigio nel remake de “La romana” firmato per la tv da Giuseppe Patroni Griffi, la Lollo scuote anche le vaste platee del piccolo schermo dal torpore post prandiale. Ma non è tutto, da tempo infatti ha trovato nella fotografia e nella scultura, le sue nuove muse.

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Ottima ritrattista, ha fotografato tra i tanti, Paul Newman, Salvador Dalí, Henry Kissinger, David Cassidy, Audrey Hepburn ed Ella Fitzgerald, pubblicando alcuni libri di reportage e scoop giornalistici corredati da foto come la famosa intervista esclusiva a Fidel Castro del 1973, venduta a mezzo mondo. Come le sue sculture, che sono state esposte in Russia, Cina, Stati Uniti, e in molti paesi del Su America.

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E sarà proprio una scultura che farà da collante alla festa in suo onore prevista per stasera. Gina, tre volte trentenne, come sottolinea con civetteria d’antan festeggerà da diva, esponendo in pieno centro a Roma una sua opera realizzata insieme all’imprenditore automobilistico argentino Horacio Pagani, con materiali preziosi mai usati in precedenza. La scultura rappresenta la figura di una donna che spicca il volo dalla silhouette di un auto da corsa.

L’evento si svolgerà tra via Condotti e Piazza di Spagna, con un red carpet lungo 200 metri per celebrare la sua lunga e applaudita carriera. Allora auguri Gina per le tue 90 primavere portate alla Bersagliera, polemiche e cause possono attendere, adesso è solo tempo di festeggiare: buon compleanno!

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