"Le cicale", il docufilm sulla difficile vecchiaia dei pensionati di oggi

In pensione o in procinto di andarci, sfrattati, in case occupate, disoccupati o lavorano in nero per avere la minima.

"Le cicale", il docufilm sulla difficile vecchiaia dei pensionati di oggi
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10 Aprile 2017 - 10.46


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Pino ha 71 anni, due matrimoni alle spalle e una figlia di diciott’anni, faceva il rappresentante e ha girato il mondo: sfrattato per morosità, oggi vive in una casa

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occupata vicino all’Anagnina con la minima di 500 euro al mese. Giuliana ha cresciuto 4 figli da sola, ha 82 anni, è una fervente evangelica, prende la reversibile del marito e, da quando è stata sfrattata per finita locazione, vive in una casa di 30 metri quadri a Centocelle. Marco ha perso il lavoro di capocantiere quando aveva 48 anni, da allora trova solo lavori pagati in nero, dopo la separazione ha perso la casa e vive in un’occupazione a Roma, la pensione? La minima e solo dopo i 70 anni. E poi c’è Mario da cui è partito tutto. Mario che da giovane ha recitato con Anna Magnani, che è emigrato in Germania e, tornato in Italia, ha lavorato per 20 anni in una cooperativa di spedizioni a Roma, Mario che ha vissuto sempre a Cinecittà e che è morto a 80 anni 6 mesi fa. “Mario l’ho conosciuto in quel condominio di Cinecittà, nel 2009 – racconta Emiliano Mancuso – Ero andato a fare fotografie per documentare una vicenda di sfratti: solo gli abitanti anziani del palazzo, tra cui Mario, avevano ricevuto la lettera di sfratto per fine locazione. Otto anni dopo ho ritrovato quel materiale e sono tornato in quel condominio. Mario abitava ancora lì mentre gli altri non c’erano più, o erano morti o se n’erano andati”. È stato allora che è nata l’idea di raccontare le difficoltà dei pensionati di oggi, che vivono con la minima, hanno perso la casa, vivono in occupazioni e di chi è troppo giovani per andarci in pensione ma non riesce a trovare lavoro. E Mario, Giuliana, Marco e Pino sono diventati i protagonisti di “Le cicale”, il documentario che Mancuso sta realizzando insieme a Federico Romano e prodotto da Zona.

Cos’hanno in comune i personaggi di “Le cicale”? “Al di là della questione sociale, sono tutti combattivi, non si sono arresi. Giuliana esce tutti i giorni per andare in un bar di Torpignattara a Roma, dove cerca di convertire ‘le genti’ alla parola di Cristo e Mario, fino all’ultimo, non ha mai rinunciato ad andare in palestra”, dice il regista. Da questo punto di vista, le cicale del documentario sono molto formiche anche se, al giorno d’oggi, essere formiche è difficile. “Se guardiamo le vite di Mario, Marco, Giuliana e Pino vediamo che hanno lavorato per tutta la vita, non hanno dissipato o sperperato eppure oggi vivono con la minima o non hanno la casa”, aggiunge Mancuso.

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Nel documentario gli autori hanno scelto di raccontare le storie dei 4 personaggi attraverso due differenti registri: l’intervista e la presa diretta. “Con le interviste abbiamo soddisfatto il bisogno degli anziani di parlare di sé e di sentire che l’interlocutore è interessato a loro, alla loro vita, con la presa diretta abbiamo raccontato la vita di tutti i giorni, gli uffici comunali, la palestra, i giorni dello sfratto, le visite al cimitero, il caffè al bar”, dicono gli autori. Per finanziare la post-produzione è stato lanciato un crowdfunding su Produzioni dal basso.

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