Gli spettatori italiani potranno vederlo per l’ultima volta sul grande schermo il prossimo 23 febbraio quando l’acclamato film del regista cileno Pablo Larraìn, “Jackie”, arriverà nelle nostre sale. L’ennesima collaborazione con uno dei nomi più importanti del cinema contemporaneo per John Hurt, l’attore britannico morto questa notte all’età di 77 anni per un cancro al pancreas diagnosticato nel 2015 ma che non lo aveva allontanato dal set o dal teatro. Nei suoi sessant’anni di carriera, infatti, si sono susseguiti ruoli per il cinema e in numerose opere shakespeariane.
L’attore già all’età di nove anni sognava di diventare un grande attore. Il suo primo ruolo fu quello di una bambina nella pièce L’Oiseau Bleu, nonostante la disapprovazione dei genitori che volevano diventasse insegnante d’arte. Per non dare un dispiacere ai suoi decide di accettare la borsa di studio per diventare professore d’ arte al Central S. Martin College di Londra. Ma a 20 anni tenta finalmente la carriera come attore ed entra a far parte della Royal Academy of Dramatic Art, sempre a Londra.
Nominato all’Oscar due volte: come migliore attore protagonista per la sua interpretazione in “The Elephant Man” di David Lynch (1980); come miglior attore non protagonista in “Fuga di mezzanotte”(1978), Hurt, ha ricoperto ruoli importanti in “Alien”, in “Harry Potter”, in “V per Vendetta” e in “Indiana Jones”, lavorando inoltre con Jim Jarmusch e Lars von Trier. Nel 2004 viene diventa Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico mentre nel 2014 cavaliere dalla regina Elisabetta per “i meriti dovuti ai decennali servizi resi al settore cinematografico e quello delle arti teatrali”.