Il documentario La teoria svedese dell’amore. Narrato in italiano dalla voce dello stessa del regista Erik Gandini, il film è un viaggio nei buchi neri della società più indipendente del mondo, quella svedese: sistema perfettamente organizzato in cui obiettivo primario è l’autonomia totale di ogni persona dalle altre. Un modello sociale realizzato, che si va affermando in tutto l’Occidente e in cui all’indipendenza dei singoli si accompagnano solitudine e svuotamento delle relazioni. Così nel film si susseguono le immagini di solitari donatori di sperma, che permettono a un numero crescente di donne di diventare madri single; di appartamenti surreali e desolanti dei sempre più numerosi “morti dimenticati” e di aree residenziali destinate a diventare aree di transito. «Come può una società perfettamente sicura e organizzata generare tanta insoddisfazione?», si chiede Gandini nel suo lavoro.
Gandini racconta anche alcuni tentativi di resistenza: quello dei gruppi di giovani che si ritirano nelle foreste per condividere emozioni e contatto fisico; quello di un medico di successo che emigra in Etiopia dove, nonostante operare e curare sia un’impresa ai limiti dell’impossibile, ritrova il senso di comunità. Al termine del film un contributo del sociologo Zygmunt Bauman, che spiega come l’assenza di problemi non sia di fatto in grado di generare esistenze felici.