Suicide Squad record negli USA, ma secondo Variety le perplessità restano

132 milioni di dollari in tutto il mondo salutano il nuovo film DC Comics, ma le critiche di Variety restano. Cerchiamo di capire, perché.

Suicide Squad record negli USA, ma secondo Variety le perplessità restano
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7 Agosto 2016 - 23.44


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Suicide Squad: DC riparte , ma alcune critiche restano
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di Marco Spagnoli

@marco_spagnoli

132 milioni di dollari in tutto il mondo, secondo Brent Lang di Variety, sono un ottimo incasso, ma non “bastano”.

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Costato 175 milioni di dollari, Suicide Squad, la storia di un gruppo di cattivi costretta a diventare una squadra di supereroi sotto la regia di David Ayer, starebbe deludendo la Warner Bros. così come il precedente Batman vs Superman, che, però, alla fine si è portato a casa 900 milioni di dollari in tutto il mondo.

Cosa sta succedendo? Qual è la verità?

Difficile dire perché la ‘bibbia del cinema’ se la prenda tanto con un film divertente e pieno di trovate che a dispetto di tante imperfezioni sembra iniziare a fare un po’ di ordine nella casa della DC Comics dopo due film su Superman francamente deludenti o – comunque – non all’altezza di quanto sta succedendo, invece, dalle parti della Marvel.

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Variety chiede a DC Comics di fare ‘film migliori’. E su questo possiamo essere tutti d’accordo anche se questa richiesta andrebbe estesa a tante realtà produttive, oggi, non in grado di fare davvero fronte alle aspettative dei fan, ma non solo a quelle.

Cosa significa fare film migliori, soprattutto in un momento storico in cui i film sui Supereroi sembrano attrarre così tanto pubblico?

Il rischio di fare film usa e getta che senza il sostegno del marketing non siano in grado di sopravvivere vale per tanto cinema che abbiamo visto nell’ultimo decennio. Anche grandi franchise in grado di spopolare fino a solo pochi anni fa, oggi, invece, stentano a restare nel cuore del pubblico.

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Perché?

Perché la dura realtà è che non basta fare film migliori: è necessario fare film ‘buoni’ in grado perfino di diventare dei classici e di essere raccontati da una generazione all’altra prima ancora che condivisi insieme in una sala cinematografica.

Quanti sono, invece, i film che hanno rovinato il ricordo degli originali del passato? La nuova trilogia di Lucas, il quarto Indiana Jones, l’ultimo Ghostbusters…migliori non basta… Ci vogliono buoni film. Ed è molto difficile farli, soprattutto in un’epoca in cui gli Studios sembrano non fidarsi della visione dello stesso regista che strapagano da un lato e che, dall’altro, non mettono in condizione di fare il lavoro che vorrebbe e potrebbe.

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Chi scrive ritiene che Suicide Squad sia un film interessante e accettabile. Un tentativo riuscito di virare la rotta di DC Comics che, a causa di cattive scelte di casting e di idee strampalate ed affrettate, ha visto precipitare il suo eroe più amato come Superman in film tutt’altro che riusciti. David Ayer ha invertito la rotta e, forse, con qualche velleità in meno ed un po’ di sostanza in più avrebbe potuto fare perfino un “grande” film. Ma, al tempo stesso, per molti versi Suicide Squad resta un gioiello per il suo essere divertente e sexy, e per una certa leggerezza di fondo che non guasta rispetto al mondo dark, ma senza sostanza che abbiamo visto di recente.

Un film con la vocazione del politicamente scorretto che, però, per la prima volta le potenzialità ancora inesplorate di alcuni personaggi.

Suicide Squad è un film che si può vedere e rivedere, mentre altri non sono all’altezza. Ayer, invece, ha una visione e questo lavoro, comunque, può competere – in qualche maniera – con il mondo Marvel o, comunque, si può partire da qui per una riflessione differente su come giocarsi la partita con l’universo narrativo guidato da Kevin Feige.

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Variety, però, osserva che la DC Comics non riesce ad ingranare quel meccanismo tale da rendere profittevoli i suoi film in maniera più che soddisfacente e meno dipendente dal marketing.

Per fare tutto questo, però, bisogna capire quali film si vogliono davvero fare: a dispetto dei playset della Lego i film DC Comics non sono per bambini. Questo non significa che siano per adulti ed inoltre, i personaggi DC a parte le sue Star principali sono, in genere, meno interessanti di quelli Marvel.

Nel momento in cui i personaggi DC sono stati tolti ad autori (Tim Burton, Nolan, Singer) qualcosa sembra essere venuto meno con Zack Snyder dotato di un grande senso estetico, ma meno propenso ad una narrazione in grado davvero di parlare al pubblico, emozionandolo.

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Dunque?

Secondo Variety che cita il concorrente Hollywood Reporter, la produzione di Suicide Squad avrebbe vissuto un cambiamento repentino e tanto caos, a causa della scelta di farlo diventare un film più leggero. Una decisione corretta probabilmente che ha portato a tanti tagli, sbilanciando la storia e generando così una parte iniziale significativamente lunga rispetto al resto del film.

La presenza di attori di primo piano e ‘diversamente carismatici’ come Margot Robbie, Viola Davis, Will Smith e dello stesso Ben Affleck ha, però, impreziosito il racconto, rendendolo più solido.

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Certamente Suicide Squad non è Deadpool, ma è anche vero che i personaggi ad ispirare il film non hanno il fascino dello strampalato antieroe Marvel che oltre ad essere pieno di contraddizioni è anche estremamente folle ed osceno per conto suo già nel fumetto.

Non si può chiedere che la transizione sia immediata: o meglio, si può chiedere, ma è evidente che è necessario un ulteriore aggiustamento: il film, come è giusto, può non piacere, ma arriva dopo due titoli sofferti e fa da ponte con il nuovo Wonder Woman e con il Justice League di cui, il finale post titoli, rivela il senso. Suicide Squad, nel reame del cinema commerciale, ha il suo perché.

A differenza del lato B di Margot Robbie, Suicide Squad, forse, non resterà per sempre negli annali della storia del cinema, o sugli scaffali digitali dei negozi virtuali, ma certamente potrà divertire in un’estate altrimenti avara di film di cui valga veramente la pena parlare.

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Per DC la direzione è stata, invertita: ci vorrà, forse, un po’ per fare film “migliori”, ma in questo momento ci si può anche accontentare di film diversi da quelli che abbiamo visto fino adesso in grado di rendere onore, in maniera nuova, a personaggi che hanno ancora qualcosa da dire al cinema, ma non solo.

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