Esce oggi Le confessioni, ultima opera di Roberto Andò regista raffinato ed eclettico, amico di Francesco Rosi e collaboratore sui set di Fellini, Cimino e Coppola. Protagonista della pellicola Toni Servillo che interpreta un monaco italiano invitato a partecipare alla riunione del G8 tra i ministri dell’Economia.
“La storia si svolge in un grande albergo dove si sta svolgendo un G8 – e dove quando Prodi era premier un G8 si tenne realmente, dice il regista -, uno di quei luoghi nel quale gli uomini di potere si isolano. Al summit sono stati invitati anche alcuni personaggi della società civile, e uno di questi conduce la propria rivoluzione silenziosa”.
Ancora una volta, dopo Viva la libertà, Andò volge il suo sguardo sulla realtà: “Mi piace pensare che il cinema possa far riflettere la gente sui grandi temi. Dopo Viva la libertà, che raccontava la fuga dalla politica, con Toni abbiamo voluto immaginare un gruppo di ministri dell’Economia chiamati a decidere le sorti del mondo. A volte in questi casi vengono coinvolti personaggi dello spettacolo e della cultura, a fare da testimonial delle istanze civili: mi sono affidato a questo pretesto narrativo realistico. Ho immaginato che i ministri si trovassero davanti a qualcosa in grado di spiazzarli: nella fattispecie, un monaco, interpretato da Servillo, che nel corso delle sue confessioni (da qui il titolo del film, ndr) insinua in alcuni di loro il dubbio, al punto da trasformare il peso di quella decisione in un tormento».
Le confessioni è un giallo con un uomo che mette spalle al muro un gruppo di potenti, fino ad una rivelazione finale. Pasolini nel suo libro postumo, Petrolio, scrive che il romanzo nel nostro tempo deve avere carattere un po’ pazzerello. Io sono d’accordo”.
E infine sul messaggio del film:
“Bisogna riflettere sull’illusionismo dell’economia. Gli economisti lavorano sul futuro, per loro il presente non esiste. E questo film lavora sul dualismo anima-denaro, i due poli del bene e del male”.