Giovanni Coda porta il suo film contro bullismo e omofobia al Tglff

Conferenza stampa a Cagliari per Bullied To Death, il nuovo film di Giovanni Coda che verrà presentato al Torino Gay & Lesbian Film Festival il 7 Maggio.

Giovanni Coda porta il suo film contro bullismo e omofobia al Tglff
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21 Aprile 2016 - 15.24


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Di Margherita Sanna

“Vogliamo che viaggino queste storie, che sono innanzitutto storie che noi portiamo avanti con la militanza di genere, e soprattutto viaggiano storie che non sono conosciute, che rimangono nel limbo dove nessuno va a cercare e dove nessuno va ad approfondire” Ha affermato il pluripremiato regista nostrano Giovanni Coda alla conferenza stampa tenutasi stamattina presso il Palazzo Civico di Via Roma a Cagliari. L’occasione è la presentazione dell’ultimo suo film “Bullied To Death”, la cui Première nazionale avrà luogo il 7 maggio al Cinema Massimo di Torino TGLFF Torino Gay & Lesbian Film Festival (4 – 9 maggio 2016) alle 18, il più antico festival di genere, con il maggior numero di edizioni e con il maggior numero di rappresentanza cinematografica proveniente da tutto il mondo.

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A supportare il regista nella conferenza stampa ci sono state anche gli interventi video direttamente dall’America del diciassettenne attore Tendal Mann, dell’attrice Sheri Mann Stewart, e della co – produttrice del film Cindy Abel (Atlantis Moon Productions), formatrice di parte dei membri del Governo Americano sui temi LGBT. Video d’oltreoceano per un film che è di coproduzione italo – americana, parte italiana gestita in loco, parte americana negli Stati Uniti ad Atlanta, risultato questo anche dei numerosi festival a cui ha partecipato e vinto “Il Rosa Nudo” (premio Film For Peace Award al Gothenburg Indie Film Festival 2014, Gold Award al Documentary & Short International Movie Award 2014, e tanti altri), precedente film del regista, intrecciando rapporti di respiro internazionale. Bullied To Death prosegue la trilogia sulla violenza di genere di cui “Il Rosa Nudo” è stato il primo capitolo, e il prossimo film “La Sposa nel Vento”, sarà l’ultimo. “Il film ha come sottotitolo “twenty four hours against Homophobia”, ventiquattro ore di performance contro l’omofobia. Nel film proiettato nel futuro, siamo nel 2071, un gruppo di artisti si ritrova il 17 Maggio (Giornata Mondiale contro l’omofobia) in vari luoghi della città di Cagliari, per dare vita ad una performance collettiva sul tema dell’omofobia, all’interno di questa si dipanano le storie di tutti i ragazzi che abbiamo voluto inserire e omaggiare, vittime dell’omofobia. È un film commemorativo dal punto di vista pratico, perché queste persone non ci sono più. È stato diviso in orari per sottolineare la durata nell’arco dell’intera giornata: si parte da mezzanotte zero uno, fino a mezzanotte del giorno dopo, è un continuo performare, ogni personaggio fa una performance ed a questa lui viene associato. L’impianto risulta quasi interamente teatrale, a parte le parti che sono state girate in esterno (Bonaria, Poetto, Sinnai, Ussana)”.
Jamey Rodemeyer aveva quattordici anni quando, il 18 settembre 2011, si è tolto la vita per esasperazione e isolamento: esasperato dalle minacce di chi lo perseguitava; vittima di cyber bullismo omofobico perché lui, nel suo canale youtube cercava di trasmettere dei messaggi positivi per tutti i ragazzi gay come lui. Josh Alcorn, aveva 17 anni quando il 28 dicembre 2014 si è suicidato, anche lui a causa dell’omofobia: era transgender. All’interno di queste due storie trovano spazio una sequenza di morti ammazzati o comunque suicidi che in un arco temporale di 20 anni, sono i casi più emblematici delle morti per bullismo omofobico e per atti di omofobia. Il film girato interamente in inglese, verrà proiettato a Cagliari alla metà di maggio in una proiezione pubblica. Seguirà due percorsi differenti: quello americano e quello italiano. Dopo la première nazionale del Torino Gay & Lesbian Film Festival si penserà al doppiaggio in italiano, e “vedere anche se tenerlo con i sottotitoli o dargli una voce diversa – ha affermato il regista – perché poi le voice over del film sono molto belle, però potrebbe essere interessante anche tenerlo in lingua originale sottotitolato. Non ci sarebbe perdita di attenzione, non crea grandi difficoltà”.

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Un film rivolto ad una platea amplissima, sia per la lingua utilizzata, sia perché si rivolge sia ai giovanissimi che agli adulti, per il ricercato intento da parte del regista di sollecitare l’attenzione su queste storie, ricostruite attraverso gli articoli giornalistici e i contributi video dei ragazzi, come ad esempio il canale youtube di Jamey Rodemeyer, tuttora attivo grazie alla famiglia. Ma – precisa il regista – “Si è voluto dare alla fine del film un segnale di apertura che tende ad indicare una strada diversa rispetto a quella del suicidio di fronte ad una problematica anche grave e pesante, come può essere quella di un attacco omofobo, la derisione, la violenza”. Perché il suicidio non può e non deve essere l’unica soluzione, La Soluzione, di fronte a questi problemi – o anche ad altri.

Camera fissa, linguaggio a cavallo tra videoarte e teatro, il film di Coda è un vero e proprio progetto cinematografico sperimentale, ma attenzione all’utilizzo di questo termine, come precisa lo stesso Coda “Quando si parla di sperimentazione nel cinema vorrei evitare che si pensasse a qualcosa di assurdo che non si può guardare. Il cinema con i cento e passa anni che ha non penso che abbia già detto tutto quello che aveva da dire, quindi c’è spazio per inventarsi nuovi metodi produttivi e nuovi metodi di comunicazione, nuovi linguaggi, che non fanno altro che mutuare quello che ha fatto Duchamp nell’arte moderna o Milieu nel cinema tantissimi anni fa. Dal punto di vista fotografico riproponiamo uno schema che secondo noi è più avvincente e poi è molto più diretto rispetto allo spettatore. Le camere che si muovono e girano a me non piacciono, preferisco mettere una camera fissa e sia l’oggetto ad esprimersi di fronte all’obiettivo in maniera tale che dia il massimo di sé stesso dal punto di vista performativo”.

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Realizzato con il sostegno della Regione Sardegna, Fondazione Sardegna Film Commission e Comune di Cagliari, prodotto dalla Zena Soc. Coop – Produzioni Cinematografiche, “Bullied To Death” vanta nel Cast, fra gli altri: Sergio Anrò, Assunta Pittaluga, Gianni Dettori, Rachele Montis, Gianluca Sotgiu e la piccola Luna Vignolo. Le voci narranti sono state affidate a Sheri Mann Stewart, Josh Feldaman e al giovane attore americano Tendal Mann. Invece la struttura della colonna sonora originale, che vede la fusione tra musica classica ed elettronica, è realizzata da Marco Rosano, Cosimo Morleo, Irma Toujian, Arnaldo Pontis e Les Stiks Fluo.

Bullied To Death si presenta già sotto i più favorevoli auspici, ed è lo stesso Coda a sottolinearlo in conferenza stampa: “Già avere una World Première e una National Première dà l’idea che il nostro risultato, il nostro obiettivo dal punto di vista cinematografico e artistico e culturale sia stato pienamente raggiunto. Una volta che sbarca all’estero senza passare per altri canali e altre vie è chiaro che si sancisce una certa qualità del prodotto e probabilmente il film arriva alle persone a cui deve arrivare”.

Qualità di prodotto che anche se solamente equivalesse a quella de “Il Rosa Nudo” sarebbe un successo assicurato, ma per saperlo dovremmo aspettare la presentazione cagliaritana di metà Maggio, o per chi ci sarà la première nazionale di Torino del 7 Maggio.

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