Luca Seta: un viaggio tra cinema e musica

Intervista a Luca Seta, attore e cantautore italiano che vedremo dal 28 aprile 2016 al cinema in Infernet e in tournée nel progetto musicale In viaggio con Kerouac. [Vittorio Zenardi]

Luca Seta: un viaggio tra cinema e musica
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15 Aprile 2016 - 17.22


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di Vittorio Zenardi

Cinema, tv, musica e teatro, questo l’universo in cui Luca Seta espande la sua sensibilità artistica. Il 2016 sarà per lui ricco d’impegni. Dalla tournée di concerti In Viaggio con Kerouac alla tv dove si prepara al ritorno sul piccolo schermo nella serie Rai Il vicequestore Rocco Schiavone fino al cinema dove in Infernet pellicola di cocente attualità diretta da Giuseppe Ferlito, interpreta con Andrea Montovoli una coppia omosessuale vittima di aggressioni omofobe filmate e diffuse online.

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In questi giorni Bruce Springsteen e Bryan Adams hanno annullato i loro concerti in Mississippi per protestare contro l’introduzione della vergognosa legge Hb2 che discrimina la comunità Lgbt. Pensa siano efficaci queste prese di posizione per sensibilizzare la società e gli Stati che sempre più spesso vanno verso un restringimento dei diritti civili?

Sì ne sono sicuro. Spesso alcune prese di posizione sono figlie dell’ignoranza,quindi più siamo informati e più avremo i mezzi per combattere ogni tipo di discriminazione. Inoltre sono dell’idea che l’esempio valga più di mille parole e penso che l’intento di questi due personaggi così tanto carismatici e rispettati dal grande pubblico sia proprio questo. Un grande plauso quindi a Bruce Springsteen e Bryan Adams.

Infernet vuol mettere in guardia dalle insidie del Web per un uso della rete consapevole e senza rischi. Lei come si approccia alla questione? E che uso ne fa del mezzo?

Sì, l’intento del film scritto da Marcello Iappelli per la regia di Giuseppe Ferlito, nel cui cast sono presenti Andrea Montovoli, Remo Girone, Roberto Farnesi, Ricky Tognazzi e tanti altri bravissimi attori e che uscirà nelle sale di tutta Italia il 28 aprile, è proprio questo. Il film non dice “non usate il web perché impersona il diavolo”, ma mette in guardia sulle sue, purtroppo tante, insidie. Per quanto mi riguarda penso che il web di per sé sia una bellissima risorsa e se ben utilizzato può essere molto utile. Ad esempio tramite i social negli anni sono riuscito ad instaurare un bellissimo rapporto con le persone che mi seguono e riesco a comunicare ogni tappa del mio cammino lavorativo ed umano. Trovo inoltre che sia un bellissimo modo di comunicare: pensieri, parole, fotografie, video spesso fanno parte di un gigantesco disegno emotivo che è bello da condividere, è come se fosse la naturale evoluzione di una forma epistolare di massa… e mi piace. Ma anche qui non bisogna abusarne o diventarne schiavi. Come sempre non è la cosa di per sé ad essere cattiva o buona ma è l’utilizzo che se ne fa a dare alla stessa una forma.

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Ha lavorato spesso in sit-com e serie tv, da Casa Vianello a un Posto al Sole, cosa ne pensa della tendenza che vede gli spettacoli seriali affermarsi nei gusti del pubblico?

Penso che nelle lunghe serialità succeda una cosa importantissima che mai potrà accadere neanche nel film più bello del mondo: l’affezione al personaggio. Un conto è vedere un personaggio per due ore e poi basta, un altro è vederlo tutti i giorni o almeno una volta alla settimana per un anno intero. La gente – e mi ci metto pure io perché sono un amante delle serie -si affeziona ai personaggi quasi come se fossero amici e non vedono l’ora di incontrarli la puntata successiva per vedere cosa succederà. Era la cosa più frequente che mi dicevano le persone che mi fermavano per strada quando impersonavo Simone ad Un Posto al Sole.

Segue le web series?

Sono sincero, in questo periodo fortunatamente sto lavorando molto e non ho tanto tempo per guardare né tv né web series, ma “Stuck”, una web serie di Ivan Silvestrini, mi è piaciuta molto. Ho poi avuto la fortuna di girare qualche web series – “Sguinzagliate”, “Funk-azzisti”, “Lobby girls” – e devo dire che su questi set ho trovato una grandissima serietà, pari a quella che si trova sui set televisivi e cinematografici.

Da sempre dedito alla scrittura comincia a comporre canzoni, e nel 2013 pubblica il suo primo album di inediti: In viaggio con Kerouac. Progetto musicale che porterà in tournée in giro per il mondo e nel quale sembrano convergere le sue diverse anime. Ce ne può parlare?

Sì, stiamo girando fortunatamente parecchio. Abbiamo appena fatto una tournée in nord italia, il 20 maggio saremo all’Auditorium Parco della Musica a Roma e ai primi di giugno partiremo per un tour in Kazakistan. Più che far convergere la mie diverse anime direi che è la mia anima che si presenta con tutti i suoi colori e sfaccettature diverse… l’album è un Viaggio, non a caso nel titolo è presente il nome di Kerouac che oltre ad essere l’icona della beat generation è anche l’icona stessa del viaggiatore. infatti Jack Kerouac ha speso la sua vita viaggiando, sia mentalmente che fisicamente, spostandosi di continuo, che fosse a bordo di una macchina che sfrecciava per l’America, in autobus , in treno o ultimo, ma non per importanza, con il caro vecchio autostop. il viaggio è la cosa che meglio rappresenta il mio lavoro perché ascoltando l’album si passa attraverso mille mondi emozionali e testuali diversi. Partiamo da una storia d’amore (Cavolo) al campo di battaglia dove si fronteggiano Attila e il generale Ezio (Attila) per poi ritrovarsi sulla “poderosa”, la motocicletta di Che Guevara (Che Guevara), passando attraverso un improbabile viaggio in treno (Fanculo il treno) ed altri mondi ancora tutti diversi tra loro. Inoltre il viaggio è anche musicale, perché grazie agli arrangiamenti di quel meraviglioso musicista che è Gabriele Buonasorte il disco spazia dal jazz al pop, passando attraverso il reggae e tutti i generi musicali… è quindi a tutti gli effetti un viaggio musicale, emozionale e di racconto.

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Leggo nella sua biografia che suo padre sognava per lei una carriera da medico, ha infatti svolto un triennio universitario alla facoltà di odontoiatria. Lei però ha seguito la sua vocazione artistica ed è riuscito a fare della sua passione un lavoro. Cosa consiglierebbe a un giovane nella sua stessa situazione?

Sono assolutamente certo di una cosa: la Vita è una sola ed è troppo breve e preziosa per spenderla facendo qualcosa che non si ama. Non amo dare consigli perché penso che ognuno dentro di sé sappia cosa vuole e cosa deve fare per ottenerlo… ma guardare dentro sé stessi per capire cosa si è veramente… penso possa essere un buon inizio per iniziare Il Viaggio.

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