“In Italia è complicato vedere un film in lingua originale, perché i doppiatori italiani sono una mafia”. Queste le parole di Vincent Cassel a margine di un’intervista rilasciata in occasione dell’uscita di Un momento di follia, dove l’attore interpreta Laurent, affascinante cinquantenne che si reca in vacanza in Corsica insieme alla figlia Maria, all’amico Antoine e alla figlia di quest’ultimo, Louna.
Proprio il mancato accento corso del suo personaggio nella versione italiana, da parte del doppiatore Simone D’Andrea, lo ha mandato su tutte le furie, facendolo arrivare a dichiarare:
“Il doppiaggio esiste anche in Francia, ma i nostri doppiatori non hanno il potere di quelli italiani. Ci sono gli autori, che fanno il cinema, e i doppiatori, che si limitano a doppiare. Quando c’è uno sciopero dei doppiatori, il cinema non si ferma”.
Alle dichiarazioni dell’attore ha risposto Roberto Pedicini, sua “voce” italiana per ben nove volte:
“Posso capire che, da attore, Cassel preferirebbe che venisse usata la sua voce, ma parlare di mafia dei doppiatori mi pare fuori luogo. Non sono i doppiatori a decidere se un film verrà doppiato. Ho doppiato Vincent Cassel nove volte, ma non in quest’ultima pellicola. Lui non è uno di quegli attori che vengono doppiati sempre dalla stessa voce. È stato doppiato da più di dieci voci diverse finora. Il problema è uno solo: in Italia per far vedere un film al pubblico bisogna doppiarlo. Se non fosse doppiato, anche il film di Cassel verrebbe visto da molte persone in meno. Rispetto le sue parole, come ho rispettato quelle di Gabriele Muccino quando ha polemizzato coi doppiatori, ma non sono d’accordo. Non siamo una mafia e non abbiamo tutto questo potere, lo dimostra il fatto che siamo ancora in attesa del rinnovo del contratto”.