JJ Abrams, sembra aver trovato la soluzione alla polemica sugli oscar “troppo bianchi”. Insieme con l’agenzia Caa e gli studi Warner Bros e Paramount sta lavorando per assicurare che il numero di donne e di rappresentanti delle minoranze etniche nei ruoli di scrittura, regia e recitazione dei film rispecchi la composizione della popolazione americana.
Così Adam Epstein su Quartz: «la polemica #OscarsSoWhite è stata solo un campanello d’allarme». Poi Illustrando la nuova politica, in vigore da gennaio, Abrams ha dichiarato: «si tratta di un approccio sistematico: in ogni lista dobbiamo avere il 50% di donne, il 12% di persone di colore, il 18% di ispanici e il 6% di asiatici. Quando parlo di inclusione non escludo personaggi gay. Si tratta di inclusività».
Il problema, non è legato solamente alle ambite statuette, ma è sintomatico del Paese. In precedenza anche HBO nel 2015 ha lanciato una borsa di studio per dare voce agli scrittori cinematografici emergenti rappresentativi delle minoranze.
È nata anche We Do It Together (WDIT), società di produzione no profit che riunisce gli esponenti più importanti della film industry americana, con lo scopo di finanziare e realizzare prodotti sul tema della diversità di genere, dedicati al rafforzamento del ruolo delle donne.
Jessica Chastain, Juliette Binoche, Queen Latifah, Freida Pinto, Catherine Hardwicke e Zhang Ziyi sono tra i membri della commissione. «Ci auguriamo – afferma la produttrice e fondatrice italiana Chiara Tilesi – che in futuro non ci sarà più bisogno del finanziamento di una particolare nicchia per produrre film di donne e sulle donne». Il cinema ha sempre avuto il potere di ribellarsi alle convenzioni e di cambiare i cuori e le menti, un potere e un potenziale che devono essere sfruttati anche per sfidare le norme arcaiche sul ruolo della donna nell’industria dello spettacolo».