“Non è un film anticattolico”: è questo il commento a firma di Lucetta Scaraffia, apparso in prima pagina sull’Osservatore Romano, per commentare l’Oscar come Miglior Film assegnto al “Caso Spotlight”, film che ripercorre la vicenda sullo scandalo dei preti pedofili scoperchiato nel 2001 dal Boston Globe.
La giornalista ha spiegato che Spotlight, a differenza di come è stato scritto da molti, non è contro la Chiesa Cattolica “perché riesce a dare voce allo sgomento e al dolore profondo dei fedeli davanti alla scoperta di queste orribili realtà”.
“Certo – ha aggiunto Scaraffia – , nel racconto non viene dato spazio alla lotta lunga e tenace che Joseph Ratzinger, […] ma in un film non si può dire tutto, e le difficoltà che ha incontrato Ratzinger non fanno che confermare la tesi del film, e cioè che troppo spesso l’istituzione ecclesiastica non ha saputo reagire con la necessaria determinazione di fronte a questi crimini”.
“Ormai è chiaro che nella Chiesa troppi si sono più preoccupati dell’immagine dell’istituzione che non della gravità dell’atto”, ha spiegato la giornalista che ha poi aggiunto: “Tutto questo non può giustificare la colpa gravissima di chi, visto come rappresentante di Dio, si serve di questa autorevolezza e autorità per approfittare di innocenti”.
Infine Lucetta Scaraffia ha commentato positivamente l’appello lanciato sul palco degli Academy Awards dai produttori del film a Bergoglio: “Il fatto che dalla cerimonia degli Oscar sia venuto un appello a Papa Francesco perché combatta questo flagello deve essere visto come un segnale positivo: c’è ancora fiducia nell’istituzione, c’è fiducia in un Papa che sta continuando la pulizia iniziata dal suo predecessore già come cardinale. C’è ancora fiducia in una fede che ha al suo cuore la difesa delle vittime, la protezione degli innocenti”.