Burt Reynolds può considerarsi un’autentica icona americana, con centottanta titoli nella sua filmografia ufficiale e cinquant’anni di attività.
Debutta tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, nel western all’italiana diretto da Sergio Corbucci, Navajo Joe (1966), e no si ferma più. Tra il 1961 e il 2008, l’attore recita in più di settanta pellicole. Il successo arriva nel 1972 grazie a Un Tranquillo Weekend di Paura al fianco di Jon Voight, ma per molti rimane il mitico regista pornografico Jack Horner, nel capolavoro di Paul Thomas Anderson del 1997, Boogie Nights – L’Altra Hollywood, al fianco di un giovane Mark Wahlberg, con cui vince il suo unico Golden Globee e ottiene una candidatura al premio Oscar come Miglior attore non protagonista.
A dicembre, nel corso di un’intervista rilasciata al programma britannico The Jonathan Ross Show, il divo , che ha sempre fatto lo stuntman di se stesso aveva confessato: “Ho fatto troppe acrobazie nella mia vita professionale e questo ha segnato anche la mia vita sessuale”. E ancora: “È imbarazzante quando hai una donna tra le braccia, la lanci sul letto e ti accorgi che ti è uscito l’osso del ginocchio”.
Reynolds è sempre stato un grande latin-lover, tra i suoi flirt figurano i nomi di due bellissime attrici come Inger Stevens e Sally Field oltre alla cantante Dinah Shore e la tennista Chris Evert. Si é sposato due volte, la prima con la collega Judy Carne dal 1963 al 1965 e la seconda con Loni Anderson dal 1988 al 1995.
