La sala dedicata a Regeni è la sala storica di Deir El Medina, che raccoglie 245 reperti, testimonianza delle professioni artigianali e operaie nell’ Egitto dal XVI al XI a.C. e che conserva nella sua interezza gli albori delle ricerche attuali sui rapporti professionali e protosindacali della civiltà dell’epoca, compreso il papiro relativo al primo sciopero avvenuto nel 29° anno di regno di Ramesse III, da parte delle maestranze non pagate del villaggio omonimo.
Ad annunciarlo una nota dell’istituzione torinese che, esprimendo alla famiglia Regeni “le più sincere condoglianze, unitamente all’affetto di tutti i suoi curatori, che da anni intessono rapporti di studio, collaborazione e scambio culturale coi colleghi egiziani, vuole ricordare il giovane ricercatore italiano, barbaramente ucciso per difendere i propri ideali e la sua coraggiosa attività di ricerca nel campo del lavoro e delle relazioni sociali”.
“La memoria di Giulio – conclude la nota del museo di via Accademia delle Scienze – dovrà essere mantenuta viva attraverso lo studio, la tolleranza, e la convinzione che solo attraverso la reciproca comprensione tra fedi, culture e ideali diversi si possa produrre un mondo migliore”. “Un omaggio giusto e doveroso che consentirà di ricordare ogni giorno ai visitatori del Museo Egizio un giovane ricercatore ucciso barbaramente da chi nega e soffoca ogni istanza di libertà”. Queste le parole del sindaco di Torino, Piero Fassino, che ha espresso il proprio apprezzamento per la decisione del Museo Egizio.