Nuove Terre, cinque cortometraggi per raccontare l’agricoltura sociale

Presentati oggi a Roma i cortometraggi realizzati da Francesca Comencini e da Fabio Pellarin sul valore dell’agricoltura sociale.

Nuove Terre, cinque cortometraggi per raccontare l’agricoltura sociale
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30 Ottobre 2015 - 16.47


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L’agricoltura come mezzo di inclusione delle persone più svantaggiate. È questo il filo conduttore che unisce i cinque cortometraggi “Nuove Terre”, firmati dai registi Francesca Comencini e Fabio Pellarin e presentati questa mattina a Roma durante il convegno su agricoltura sociale e microcredito. Le storie, ambientate in luoghi diversi d’Italia, descrivono l’attività agricola come azione terapeutiche, di riabilitazione e di coinvolgimento attivo di persone a rischio di esclusione sociale.

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“Non sono una esperta di agricoltura, non sono attenta neanche a quello che mangio ma ho accettato questo lavoro perché fare documentari è la mia passione”, ha affermato Comencini. “Per un regista è importante osservare le vite degli altri. Queste sono storie che mi hanno appassionato: ho incontrato esseri umani che hanno qualcosa di poetico. Sono nuovi agricoltori che, attraverso esperienze diverse, sono approdati al lavoro antico e faticoso della terra. I loro gesti ripetuti, i loro fiati, la loro inesperienza che diventa meraviglia hanno catturato il mio sguardo. Osservare le vite degli altri è la cosa che più amo fare e che più mi fa sentire viva. Questo lavoro è stato dunque un circolo vitale per me”.

Andrea Olivero, vice ministro del Ministero delle Politiche Agricole, ha mandato un messaggio in occasione della presentazione: “Il progetto Nuove Terre ha la capacità di raccontare l’agricoltura con occhi nuovi. Ha saputo dare voce alle persone che si sono avvinate all’agricoltura sociale, tutte accomunate da una stessa idealità: fare dell’inclusione e della sostenibilità ambientale la nuova frontiera del mondo agricolo”, ha scritto.
Il progetto, realizzato da Madcast, è stato finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole. “Abbiamo raccontato in 15 minuti delle storie personali di riscatto”, ha spiegato Giovanni Madonna della Madcast. “I cortometraggi sono frutto di una attenta selezione tra numerose testimonianze raccolte sul campo da un gruppo di lavoro coordinato dal professor Saverio Senni dell’università della Tuscia. Al centro del lavoro ci sono uomini e donne che amano la terra e che ci hanno trasmesso l’umiltà e la passione per il proprio lavoro”. Il progetto non ha scopi di lucro e verrà divulgato gratuitamente. I cortometraggi saranno, poi, accorpati in un unico documentario per la Rai.

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