Tomorrowland: il domani è firmato Nasa

George Clooney e una ragazzina che indossa ostinatamente un berretto vintage dell’Agenzia spaziale statunitense: ecco i protagonisti dell’ultimo lungometraggio Disney.

Tomorrowland: il domani è firmato Nasa
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3 Giugno 2015 - 14.35


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di Davide Coero Borga

Una bimba con gli occhi spalancati di fronte a una notte di stelle addita una ad una le costellazioni nel cielo chiamandole per nome. La mamma le domanda perché le interessi tanto quel firmamento così lontano. «E se lassù non ci fosse nulla?» domanda incuriosita. La bimba – avrà sei o sette anni – ci pensa su e risponde candida: «E se invece di fosse tutto?».

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La curiosità, il desiderio della scoperta, il bisogno di tornare a immaginare un futuro migliore. È questo il messaggio che ci consegna Tomorrowland – Il mondo di domani, l’ultima impresa a marchio Disney che vede protagonista d’eccezione George Clooney nei panni di un inventore disilluso, trascinato in un’avventura fantascientifica dalla giovane Casey Newton (proprio come Sir Isaac), una ragazza con la passione per le scienze e l’astronomia che indossa ostinatamente un berretto vintage dell’Agenzia spaziale statunitense, regalo del padre ingegnere NASA ormai disoccupato e inerme di fronte alla chiusura dei programmi spaziali.

NASA, volo umano nello spazio, esplorazione e ricerca scientifica al centro della pellicola Disney, tanto che l’Agenzia spaziale statunitense ha dedicato una pagina del suo sito istituzionale al film per dire: non c’è bisogno di andare nel mondo di domani, il futuro è già qui e lo costruiamo ogni giorno nei nostri laboratori.

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Brad Bird, già regista de Gli Incredibili e Ratatouille per la Pixar Animation Studios, questa volta si cimenta con attori in carne e ossa per confezionare il suo piccolo dono alla memoria di nonno Walt, il signor Disney che il mondo di domani lo aveva immaginato come una grande fiera di scienza e tecnologia da ospitare nel suo parco divertimenti. Un Expo in pianta stabile.

E proprio dall’Expo 1964, ospitato a New York, si srotola l’intera trama del film: Frank Walker, il bambino che fu George Clooney, si reca da solo all’Esposizione Universale per presentare senza successo un suo prototipo di jet pack – lo zaino a reazione poi sviluppato in ambito militare negli anni Settanta e pezzo forte dell’inaugurazione delle Olimpiadi di Los Angeles del 1984, quando la fiamma olimpica venne accesa da un tedoforo volante. È all’Expo che Frank incontra Athena (Raffey Cassidy), una strana bambina che gli consegna una spilla capace di trasportarlo segretamente nel mondo del futuro: Tomorrowland.

Anni dopo Casey (Britt Robertson), sognatrice e ribelle, viene arrestata mentre cerca di sabotare nottetempo il cantiere che sta smantellando quella che fu la rampa di lancio delle missioni Space Shuttle a Cape Canaveral. In un mondo di adulti rassegnati a un futuro lugubre e senza speranza (riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacci, deforestazione, povertà, guerre ed epidemie), votato all’autodistruzione, la signorina Newton sembra essere l’unica a credere di poter cambiare le cose e che il destino dell’umanità sia nelle mani di chi vive il presente.

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Recuperata alla stazione di polizia dal padre, anche Casey inciampa nel futuro in formato spilla di Athena. E comincia l’avventura che porterà lei e Clooney nel futuro, per riscrivere il presente.

Buonista, se volete. Disneyano fino al midollo. Ma senza lieto fine. Non c’è “vissero e felici e contenti” per nessuno, piuttosto uno stimolo a tornare a sognare, credere, volere un futuro differente. Nuovo.

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