Fausto Brizzi: scrivere è un gioco diverso

Dopo il successo di Cento giorni di felicità, Fausto Brizzi ha pubblicato un secondo romanzo intitolato Se mi vuoi bene. [Marco Spagnoli]

Fausto Brizzi: scrivere è un gioco diverso
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15 Marzo 2015 - 09.49


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di Marco Spagnoli
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Dopo il successo di Cento giorni di felicità Fausto Brizzi pubblica un secondo romanzo intitolato Se mi vuoi bene. “Ho sempre sognato di fare lo scrittore.” Racconta il regista romano che tornerà presto sul set per dirigere la sua nuova commedia Forever Young in uscita nel 2016 “ma non ne avevo mai avuto il tempo o l’occasione. Poi è stato l’incontro con Giorgio Faletti a convincermi di dovere fare una scelta. Sul set del mio film d’esordio alla regia, Notte prima degli esami, Giorgio mi aveva convinto che se uno vuole scrivere seriamente deve prendersi del tempo, perché nessuno può dire davvero di essere o non essere uno scrittore se non ha scritto la parola fine dopo un romanzo. Per questo, nel libro, il primo dei ringraziamenti va a lui, il lettore che mi mancherà di più. E’ stato lui a persuadermi a scrivere e a pubblicare i miei lavori. Per questo motivo, quest’anno, non ho diretto nessun film. Volevo dedicarmi a questo nuovo romanzo, dopo avere assaporato il successo di Cento Giorni di Felicità che potrebbe diventare presto anche qualcosa per il cinema o la televisione.”

Se nel primo libro Brizzi affrontava il tema della malattia terminale, in Se mi vuoi bene si confronta con la depressione di un uomo di mezza età che, con un matrimonio alle spalle, scopre che nessuno sembra davvero avere tempo per lui o amarlo. “Scrivere per me significa affrontare una sfida diversa rispetto al cinema.” Continua “Non voglio cimentarmi anche in questo contesto con le commedie sentimentali, ma osare di più e raccontare qualcosa di cui mi prendo in tutto e per tutto la responsabilità. Non mi aspettavo il successo del primo libro, ma quando ho visto pubblicare in quaranta paesi sono rimasto decisamente sorpreso.” Esiste una dicotomia tra Brizzi regista e Brizzi scrittore? Forse sì. “E’inevitabile che se usi la voce narrante in quello che scrivi qualcosa di te a livello autobiografico traspare per forza. Nei romanzi, ovviamente, non sei tu, ma qualcuno che ti assomiglia e che porta con sé qualcosa di te. Ed è anche rinfrescante quando presenti il tuo lavoro al pubblico soprattutto straniero che questo non conosca i miei film e mi apprezzi soltanto per ciò che legge. I libri sono più ‘personali’ e meno industriali. Se il cinema è un lavoro collettivo, un romanzo è una cosa tua. Non ho mai messo la scritta: ‘Un film di Fausto Brizzi’, ma sempre e soltanto ‘regia di…” per rispetto alla troupe e alla produzione. Un romanzo è invece qualcosa ‘di’.

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Un terzo romanzo è già in gestazione “Quando il pubblico leggerà entrambe i libri.” Conclude Fausto Brizzi “Si renderà conto che ci sono elementi che accomunano entrambi i romanzi. Punti di partenza per un terzo racconto sul qualche sto già lavorando. Del resto se un domani dovessi fare solo lo scrittore sarei contento. Per fare i registi bisogna essere giovani e degli innovatori, mentre la scrittura può appartenere a tutti a titolo differente ed è un qualcosa che ti accompagna sempre. Sono molto attratto da questa nuova fase della mia carriera e non mi dispiacerebbe se i miei romanzi diventassero dei film diretti da registi che stimo come Paolo Virzì. Del resto scrivere è un gioco diverso rispetto al cinema e lo scrittore è nudo davanti al suo pubblico.”

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