Cinquanta sfumature di grigio: anestesia dei sensi

Come per il libro, anche per il film è sbagliato definirlo erotico: in una scala da 1 a 10 arriverebbe a 4! [Grazia Scanavini]

Cinquanta sfumature di grigio: anestesia dei sensi
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20 Febbraio 2015 - 16.13


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di Grazia Scanavini

Recensioni di questo film ne abbiamo già lette tante e direi che l’opinione più accreditata e diffusa è racchiusa nella prima che ho letto, quella del [url”critico cinematografico e regista Marco Spagnoli”]http://giornaledellospettacolo.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=79918&typeb=0.[/url].

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Ieri sera l’ho guardato e trovo inutile farne una recensione che altro non sarebbe una ripetizione di mille altre perché l’oggettività su questo film vuole che sia un prodotto confezionato ad hoc per incassare: il film, assolutamente coerente con il libro da cui è tratto, rispetta l’incoerenza e la banalità della favola narrata. Tutto qui. E’ l’esatta trasposizione in immagini delle parole scritte.

Caratteristica che sarebbe positiva se non fosse che, come per il libro, è sbagliata la definizione di genere: erotico.

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EROTICO? Da uno a dieci, quattro!

Cinquanta sfumature di grigio non è un film erotico!

Per essere definito erotico, un film come uno scritto, deve riuscire a coinvolgere lo spettatore trasmettendo le sensazioni che i protagonisti stanno vivendo. Convolgere il pubblico al punto di “smuoverne” l’energia sessuale attraverso il processo di immedesimazione, altrimenti che differenza ci sarebbe tra un film d’amore e un film erotico?

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In questo film la banalità dei dialoghi, la scarsa resa emozionale delle immagini durante i brevi momenti sessuali e l’incoerenza degli eventi non permettono allo spettatore alcun moto di coinvolgimento mentale.

La carica sessuale trasmessa dai protagonisti rasenta l’inesistenza: così come il libro propone una serie di eventi sessuali narrati senza riuscire a trasmettere alcuna intensità, anche il film racconta superficialmente una storia che già di suo è poco credibile ma non per la storia in sé (qualsiasi storia per eccessiva che sia può essere resa credibile) quanto per la superficialità con cui viene esposta.

Per non parlare della incapacità assoluta di rendere chiaro al pubblico il livello di intensità a cui può arrivare un rapporto di tipo BDSM.

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Ecco… a questo tengo molto: non pensiate che quello che avete visto o vedrete in questo film sia una rappresentazione delle dinamiche dei rapporti BDSM.

Le scene sessuali, eccessivamente limitate e censurate per essere un film erotico che ha creato aspettative impressionanti, in alcuni momenti rasentano il ridicolo; l’enfasi emotiva dalla bella Dakota Johnson, che ha il pregio di rivestire perfettamente il ruolo dell’Anastasia descritta nel libro, cozza totalmente con l’ideale erotico che una storia del genere dovrebbe suscitare ma è il personaggio in sé ad essere talmente non credibile: lo spettatore è più stimolato a schernirne i comportamenti che ad immedesimarsi.

Non mi è piaciuto per nulla Jamie Dornan nel ruolo di Grey forse perché, se favola volevamo che fosse e volevamo un dominatore protagonista, ci avrei visto un bello e dannato davvero, fisicamente, e non un surrogato di principino (più da United Kingdom che da Seattle). Hai visto mai un dominatore che chiede “Ti prego” ogni 20 minuti?

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Sinceramente ho trovato più dominatore Richard Gere in Pretty Woman… almeno era lui a condurre e decidere!

Insomma… all’incoerenza dei personaggi e degli eventi, alla banalizzazione dei rapporti BDSM e alla totale assenza di stimolo sensuale che caratterizzavano il romanzo, il film ha aggiunto le immagini. Punto. Come se fosse un foto-romanzo. I dialoghi sembrano frasi da nuvolette d’espressione, quelle che leggevamo trent’anni fa in un buon-vecchio LANCIO!

Tutto il resto è denaro. Tanto! Perché in una settimana il film ha raggiunto i 311.673.020 milioni di dollari di incasso.

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Un indiscusso successo di mercato, un ennesimo fallimento per la cultura dell’erotismo, usato come “mezzo” per vendere il prodotto ma completamente omesso nei contenuti del prodotto stesso.

Sono sempre più convinta che manchi il genere erotico nel cinema e, questo attesissimo caso cinematografico, me lo conferma.
L’erotismo si realizza attraverso la sensualità: CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO è anestesia dei sensi.

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