Come dimenticare il protagonista, Jeffrey “Dude” Lebowski, un pelandrone che passa le giornate tra partite di bowling con gli inseparabili amici, – interpretati dagli attori John Goodman e Steve Buscemi.
Amante dei White Russian, si accorgerà a breve che il suo cocktail preferito non basterà a tirarlo fuori dalla grottesca vicenda che lo porterà a improvvisarsi investigatore privato al soldo del magnate omonimo Lebowski, per via di un banale scambio di persona,
I fratelli Coen, con “Il grande Lebowski” toccano l’apice per quanto riguarda la loro esperienza nella commedia. Si può definire un film surreale che mette in ridicolo le paure e le ossessioni degli Stati Uniti dei primi anni ’90. Ossia il terrore della Guerra del Golfo , della presidenza di George H. W. Bush, dove i traumi dei precedenti conflitti, da quello vietnamita a quello coreano, sono in forma latente, nei reduci che faticano a più di vent’anni di distanza a reinserirsi nel tessuto sociale americano.
A quasi vent’anni dall’uscira del film La “Lebowski- mania” continua. I vari personaggi del film, a partire dal “Drugo”, sono stati analizzati in ogni singola sfaccettatura psicologica e sociologica. Vere icone di una neonata filosofia zen/trozkista.
Addirittura dal 2002, a Louisville, si svolge il “Lebowski Fest”, un festival in cui i sosia del “Drugo” Lebowski si riuniscono per visioni collettive del film e concerti.
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