di Anna Brotzu
«Diciotto anni fa iniziavano le nostre conversazioni di cinema» racconta Pia Brancadori, tra le fondatrici e attiviste culturali di “Circola nel Cinema – Alice Guy”: «avevamo l’idea di fare archeologia del cinema, riscoprendo queste figure di artiste, le prime donne dietro la macchina presa, da Alice Guy, a Germaine Dulac, Marie Epstein, Lois Weber, Elvira Notari e Ida Lupino». Pioniere della decima musa, innovatrici e sperimentatrici di nuovi linguaggi, impegnate e attente alle questioni politiche e sociali – come le afro americane Eloyce King Patrick Gist e Zora Neale Hurston – figure di spicco nella cinematografia tra Ottocento e primo Novecento: «ma la storia non le ha registrate; insieme alle produttrici e attrici, erano al centro dell’attività del cinema degli inizi, ma i loro nomi son stati tralasciati o dimenticati nelle ricostruzioni ufficiali». Qualcosa nel tempo è cambiato: queste registe, antesignane del cinema d’arte e del cinema “impegnato” son state poi riscoperte, grazie al prezioso lavoro di ricerca svolto da vari studiosi, e in particolare dalle femministe– soprattutto americane.
La nascita della Circola Alice Guy è segnata da un’importante coicidenza: «negli Anni Novanta iniziava il movimento delle Riot Grrrl (una deriva femminista e radicale, di ispirazione punk, che pur restando ai margini del mainstream ha inciso fortemente nell’immaginario, ndr): abbiamo pensato così di fare questo collegamento tra passato e presente, per evitare che questa (in)consapevole rimozione si ripetesse all’infinito, con i “Piccoli Cantieri di Visioni e Incontri: dalle pioniere alle RiottGirrrl”». Un ideale viaggio tra le meraviglie e le contraddizioni del secolo breve, a partire dalla fervida temperie culturale della fine dell’Ottocento per approdare alle soglie del Terzo Millennio, tra l’affermarsi di una nuova coscienza dei diritti civili e antiche e nuove discriminazioni di genere.
La rassegna, iniziata nell’atmosfera allegra di una Festa di Compleanno tra sequenze d’epoca e ospiti a sorpresa e Lady Almanack in una giocosa (auto)celebrazione e riflessione sull’opera delle donne nel cinema dagli esordi a oggi, prosegue venerdì 31 ottobre alle 20 nella Sala Eleonora d’Arborea del Centro di Documentazione e Studi delle Donne (in via Lanusei 19/A) a Cagliari con uno degli eventi clou, “Lei La Prima”.
Una serata monografica dedicata alla figura e all’opera di Alice Guy-Blanchè, prima regista donna nella storia del cinema, autrice tra il 1896 e il 1920 di quasi mille film, dal melò all’horror ai racconti fantastici alle storie di gangsters ai primi videoclip musicali con celebri divi dell’epoca. Saranno proiettati preziosissimi filmati, provenienti dagli archivi della Gaumont: sarà possibile vedere spezzoni di pellicole realizzate dalla regista e produttrice cinematografica francese, rari e interessanti documenti di alto valore storico e artistico degli albori della settima arte. Un’occasione da non perdere per riscoprire sullo schermo l’opera dell’artista, una delle pioniere del cinema, attraverso un’antologia dei suoi lavori, realizzati tra il 1896 e il 1909 a Parigi per gli Studi Gaumont e con la sua casa di produzione Solax film negli USA.
“Piccoli Cantieri di Visioni e Incontri: dalle pioniere alle RiottGirrrl” proseguirà in novembre con una due giorni dedicata all’informatica e al ri-uso delle moderne tecnologie, con il singolare laboratorio per ridare vita a pc obsoleti altrimenti destinati al macero, il 15 e 16 novembre, a cura delle artigiane digitali dell’associazione Orlando – Server Donne di Bologna. Infine a dicembre sarà a Cagliari la regista Diana Dell’Erba, autrice del docufilm “Registe!”, con Maria de Medeiros nel ruolo della partenopea Elvira Notari – altra straordinaria pioniera del cinema – e un’inedita raccolta di testimonianze delle più note e apprezzate registe italiane contemporanee.
L’omaggio ad Alice Guy per i 18 anni della Circola sarà anche una delle ultime occasioni d’incontro nella storica sala del Centro di Documentazione e Studi delle Donne: «tutta questa attività continuerà da un’altra parte» spiega Pia Brancadori, «è stata aperta un’assemblea permanente
per focalizzare e condividere il passaggio cruciale dell’andata via da un posto segnato per 40 anni da un abitare di donne e da un’intellettualità attenta alle questioni e problematiche femministe e delle differenze di genere». Un modo «per segnare che questo spazio non importantissimo dal punto di vista fisico (già sede della Libreria delle Donne, ndr) ha accolto proiezioni di film rarissimi, presentazioni di libri, mostre, attività»: scompare un punto di riferimento simbolico per più di una generazione, che ha messo a disposizione di generazioni di studenti e ricercatori saggi, documenti e riviste, testimonianze della cultura delle donne (e non solo) attraverso i secoli. Un frammento dell’identità cittadina che vien meno, nel complessivo sfacelo e degrado della civiltà; la fine di un’epoca e – si spera – un nuovo inizio, per un’avventura culturale che lascia comunque un segno e una preziosa eredità di saperi.
Da segnalare, per chi desiderasse approfondire (prima e dopo la visione dei suoi film) la figura di Alice Guy, il volume intitolato “Memorie di una pioniera del cinema” a cura di Monica Dall’Asta, (ri)pubblicato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con la Circola Alice Guy, che insieme a ricordi, aneddoti e riflessioni della regista francese, poi trasferitasi oltreoceano dove fondò la sua casa di produzione indipendente, propone un catalogo dei suoi film. Ritratto intrigante e avvincente di un’artista, dagli esordi come dattilografa nella Parigi della Belle Epoque e dei Lumière, alle prime prove dietro la macchina da presa, e poi i sogni e le ambizioni, i successi e le disillusioni del periodo americano.
Info: http://www.cinemadonne.it/
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