Franco Maresco non si è presentato al Lido di Venezia. Il regista, l’ex cinico Tv, avrebbe dovuto presentare alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica, il suo ultimo lavoro “Bellusconne, una storia siciliana”, racconto ironico, dissacrante e provocatorio dell’autore, che intreccia il viale del tramonto di Berlusconi con le sorti dello sfortunato Ciccio Mira, radicato in una vecchia cultura dura a morire, e con il destino artistico dello stesso Maresco, che sceglie di eclissarsi, dopo aver capito l’inutilità dell’ennesima battaglia contro i mulini a vento della politica.
La pellicola, che uscirà nelle sale italiane a partire dal 4 settembre 2014, è stata accolta positivamente alle proeizioni stampa della Mostra del Cinema, tra applausi e risate. Sullo sfondo del “Belluscone” di Maresco c’è Palermo, ma quella che si vede sullo schermo è un’altra Palermo, diversa dalla città che lotta contro la mafia. Maresco racconta una città parallela, quella delle feste rionali che applaudono i divetti neomelodici, che dedicano le proprie canzoni ai detenuti dell’Ucciardone, una periferia ancora impastata di mentalità mafiosa che vede in Berlusconi, un nuovo Garibaldi, l’unico salvatore possibile.