Perfidia: l’Italia periferica e inquieta

L’opera prima del regista sassarese Bonifacio Angius è l’unico film italiano in concorso alla 67esima edizione del Festival di Locarno.

Perfidia: l’Italia periferica e inquieta
Preroll AMP

GdS Modifica articolo

22 Luglio 2014 - 16.41


ATF AMP

Sarà l’Italia periferica e inquieta di “Perfidia”, opera prima del regista sassarese Bonifacio Angius, quella rappresentata alla 67a edizione del Festival internazionale del cinema di Locarno, in programma dal 6 al 16 agosto. Angius sarà l’unico italiano in gara per il “Pardo d’oro”, il premio che ogni anno è assegnato dalla giuria di uno dei festival cinematografici più importanti in assoluto a livello internazionale. E il suo primo lungometraggio sarà anche l’unico interamente prodotto in Italia grazie alla collaborazione tra la romana “Movie Factory” di Francesco Paolo Montini e la sassarese “Il Monello Film”, di Grazia Porqueddu e dello stesso regista.

Top Right AMP

Interamente girato nel 2013 a Sassari, città dove Angius è nato e cresciuto, “Perfidia” è un tributo a tutte le periferie d’Italia e a nessuna, è il racconto di esistenze ai margini di una contemporaneità frenetica, inadatta a chi non riesce ad andare più veloce della noia di una vita senza ambizioni, senza passioni, senza interessi. È un film dedicato ai penultimi, a quel ceto medio “ploretarizzato” da una crisi morale, ideologica, emotiva. Tra palazzi grigi e anonimi, orizzonti post-industriali, bar inanimati come le vite dei personaggi che li abitano, in “Perfidia” Bonifacio Angius descrive con uno stile personale e quasi avalutativo il nostro tempo, il fallimento della città, lo sgretolamento sociale, la fine della famiglia, l’apatia ideale di una generazione che ha perso ogni emozione appresso al peso insostenibile di una precarietà permanente.

Come si legge nella sinossi ufficiale, “Perfidia” è la storia di un padre e di un figlio che si avvicinano quando ormai è troppo tardi, di personaggi abbandonati a loro stessi in una grande solitudine, in un mondo senza pietà e senza speranza, dove non esistono i buoni e dove non ci sono cattivi. È la storia di Angelo, un giovane senza amore e senza lavoro che spende le sue giornate in un bar di periferia, e di suo padre Peppino, ormai anziano, che alla morte della moglie si rende conto di non essersi mai interessato del figlio, di non sapere nemmeno chi sia. Una Sassari livida e irriconoscibile offre il suo volto a una storia universale, mostrandosi come forse è veramente, una città di provincia non differente da tante altre città di provincia italiane. E sullo sfondo del controverso rapporto tra padre e figlio, la contemporaneità si colora di disoccupazione, di desiderio di normalità, di invidia, di attese, di vuoto totale, quotidiano.

Dynamic 1 AMP

Bonifacio Angius ha firmato il soggetto, la regia e, con Fabio Bonfanti e Maria Accardi, la sceneggiatura. Direttore della fotografia è Pau Castejòn Ubeda, il responsabile del suono Piero Fancellu. Il montaggio è stato realizzato da Tommaso Gallone con la supervisione di Cristiano Travaglioli, vincitore nel 2013 dell’European Film Awards per il montaggio de “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino. La scenografia è di Luca Noce, i costumi di Luisella Pintus, il trucco e l’acconciatura di Gerolama Sale. Le musiche originali sono di Carlo Doneddu. Il direttore di produzione è Grazia Porqueddu, il produttore è Francesco Paolo Montini per la Movie Factory di Roma, i produttori associati Grazia Porqueddu e Bonifacio Angius de “Il Monello Film” di Sassari. L’opera è stata realizzata con il contributo di Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione Sardegna Film Commission, Fondazione Banco di Sardegna, Comune di Sassari, Camera di Commercio di Sassari, Banca di Sassari. Sassaresi anche gli attori principali: Stefano Deffenu, Mario Olivieri, Noemi Medas, Alessandro Gazzale, Andrea Carboni e Domenico Montixi.

Quella di Locarno è una nuova opportunità non solo per il 32enne regista e sceneggiatore sassarese, al quale spetta comunque il grande merito e la soddisfazione di aver colpito nel segno al suo primo tentativo. L’appuntamento svizzero che andrà in scena tra due settimane è una nuova chance per tutto il cinema d’autore italiano, che si presenta con un’opera davvero originale a uno dei festival più importanti, in grado di prestare la giusta attenzione alle produzioni indipendenti e anticipare spesso e volentieri le nuove tendenze.

SCRIVI A:spettacolo@globalist.it

Dynamic 1 AMP
FloorAD AMP
Exit mobile version