«La figura di Gesù è stato il fondamento della mia vita, umana oltre che professionale. Mi ha sempre affascinato la sua storia che ho approfondito in tutte le sfaccettature e studiato nelle diverse arti, dalla pittura, alla scultura, al cinema». Queste le parole del tre volte premio Oscar Vittorio Storaro, che ha inaugurato il ciclo di Masterclass del Giffoni Experience, dove ha ricevuto il Premio Truffaut alla carriera.
«Il mio primo grazie lo devo dire ad un proiezionista incontrato oramai molti anni fa, che mi ha fatto amare il cinema e spinto a studiare fotografia», ha proseguito Storaro nel corso della speciale lezione che ha attraversato i capitoli di una carriera fatta di incontri importanti con mostri sacri del cinema: da Bertolucci a Coppola fino a Warren Beatty e, contemporaneamente, ha ripercorso le tappe di un percorso fatto di studio e di ricerca. «Il mio cinema – ha detto ancora il Maestro – è come un libro nel quale ogni capitolo è stato scritto grazie, e insieme, alle persone con cui ho lavorato, Bertolucci, Coppola, Beatty. Ognuno di loro mi ha arricchito. Con Bertolucci ho approfondito la relazione tra conscio e inconscio, con Coppola ho conosciuto un tipo di mondo più emotivo, e lì è iniziato il mio studio sui colori, Warren Bitty, invece, si addentra nel passaggio dalla vita emotiva a quella razionale e questo mi ha portato ad approfondire il contrasto tra luce ed ombra»-
Vittorio Storaro a Giffoni ha parlato anche del cinema che cambia, che si evolve e si trasforma, come accade oggi all’epoca del digitale: «Con il digitale – ha spiegato ai ragazzi della Masterclass – spesso si ha l’illusione che un film si possa fare da soli, invece è sempre un racconto corale. Per fare cinema è necessario conoscere tutti i tasselli, le storie del passato e per questo sento di ringraziare tutte le persone che ho incontrato nella mia vita, i grandi maestri e gli autori, perché senza queste personalità probabilmente si sarebbero fatti gli stessi titoli, ma non sarebbero mai stati fatti gli stessi film».
Storaro ha donato al Giffoni Experience il volume «L’arte della cinematografia», libro che ha curato con Lorenzo Codelli e Bob Fisher e che raccoglie l’esperienza cinematografica di 150 autori che hanno fatto la storia del cinema: «Mi auguro che questo libro possa rappresentare la prima pietra di una biblioteca dedicata al cinema che manca al Giffoni Experience e che presto potrà essere inaugurata».
«Ragazzi – ha concluso infine il Premio Oscar – se non credete nei vostri sogni e non li amate, è molto difficile che si realizzino. Se c’è una cosa alla quale tenete, allora dovete prepararvi bene per realizzarla, per ottenerla».
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