Per quanto riguarda la realizzazione del suo prossimo film, Roman Polanski, ha delle certezze. La prima riguarda la storia che vuole raccontare: “An Officer and a Spy” sarà tratto dall’omonimo romanzo di Robert Harris e racconterà del celeberrimo “Affaire Dreyfus”, lo scandalo dell’ufficiale di artiglieria Alfred Dreyfus, accusato ingiustamente di spionaggio e tradimento e che portarono lo scrittore Emile Zola a scrivere il “J’accuse”.
La seconda riguarda il luogo scelto per la realizzazione del film: la Polonia, dove si è recato lo scorso settembre per un sopralluogo. le location ideali per il film sono state scelte a Cracovia e a Varsavia, le quali possono vantare palazzi storici e giardini che ricordano la Francia di fine Ottocento.
Il regista americano però, prima di mettersi dietro la macchina da presa, vorrebbe da parte del governo polacco delle rassicurazioni. Infatti Polanski ha fatto una chiara richiesta di protezione alla Polonia, chiedendo ufficialmente di non essere arrestato e quindi estradato negli Stati Uniti, da dove è fuggigo nel 1977 dopo essere stato accusato di violenza sessuale per aver avuto rapporti con una minorenne.
Dovendosi spostare in Polonia, il regista vorrebbe evitare di finire nuovamente in manette. Anche il suo produttore ha sottolineato che tutto sarebbe pronto per iniziare le riprese del film e che tutto dipende dalle rassicurazioni polacche per garantire la sicurezza legale del regista.
In realtà Roman Polanski non dovrebbe avere problemi a realizzare il suo “An Officer and a Spy” nella terra natìa dei suoi avi, perché ha la cittadinanza polacca, perché per le leggi vigenti in Polonia il suo reato è già caduto in prescrizione e soprattutto perché la Polish Film Institue non vuole perdere l’occasione di realizzare un film dall’investimento iniziale di 40 milioni di dollari.
SCRIVI A:spettacolo@globalist.it
