La Cina nel 2015 investirà 5 miliardi di dollari nel cinema

L’industria cinematografica cinese dopo Hollywood guarda all’Europa e alla Russia

La Cina nel 2015 investirà 5 miliardi di dollari nel cinema
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24 Giugno 2014 - 17.25


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La China Film Group Corp. è stata così strettamente coinvolta con lo sviluppo dell’industria cinematografica cinese nel corso degli ultimi 15 anni che è difficile separare la società dalle azioni del governo.

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La distinzione può diventare più chiara quando la società, inizialmente di proprietà dello Stato, ha riposto le sue azioni sul mercato azionario. Nel tempo è poi diventata una società privata, anche se può contare ancora sul governo come suo proprietario di maggioranza.

La settimana scorsa CFG ha depositato un prospetto dicendo che sta cercando di raccogliere 740 milioni dollari. Il passaggio sarà simbolico e segnerà la fine di un periodo in cui lo stato ha impostato non solo il quadro politico per l’industria cinematografica cinese, ma ha anche dato l’esempio sul modo di agire.

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Costituita nel 1999 ha visto un processo di consolidamento e di integrazione; uno dei primi atti del processo di governo orchestrato della riforma dell’industria cinematografica per la modernizzazione e privatizzazione.

Inizialmente i ruoli principali indicati di CFG dovevano essere legati allo sviluppo e alla distribuzione, ma in realtà si sono estesi all’intera industria di produzione cinematografica, alla distribuzione, allo sviluppo tecnologico e alla gestione di un canale di film (CCTV6), facilitando così le relazioni estere.

Nel 2012 CFG ha rilasciato 158 film, possiede partecipanti (alcuni di maggioranza, alcuni di minoranza) in sei diverse società di cinema e circa il 40% delle produzioni teatrale della Cina oltre ad essere l’unica azienda in licenza per importare film stranieri, nonostante la richiesta del coinvolgimento di tutte le co-produzioni del paese. Il più importante aspetto, anche il più controverso, è che CFG detiene la licenza esclusiva per il cinema di film che godono di accordi di distribuzione revenue-sharing.

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CFG è la locomotiva che le major di Hollywood devono osservare con attenzione se vogliono rilasciare i film in un mercato cinese in rapida espansione. L’anno scorso i rapporti con i distributori di statunitensi sono stati messi a dura prova da una disputa che ha visto trattenere la quota dei ricavi al botteghino dovute agli studi americani.

L’incidente ha portato a conseguenze politiche ed economico molto delicato, in cui gli studios americani hanno cercato di fare pressione per avere i soldi, ma hanno dovuto farlo con delicatezza e attraverso i canali diplomatici per paura di schermaglie con il monopolio delle entrate del paese.

Ma il mercato cinese non sembra fermarsi e a dirlo è un insider che ha voluto mantenere l’anonimato, che ha dichiarato: “Investiremo 5 miliardi di dollari nell’industria l’anno prossimo, e in tre-cinque anni superereremo gli Stati Uniti, non possiamo permetterci di rimanere solo sul territorio nazionale”, Oltre al ruolo di Hollywood espanso, si sta guardando alleanze in Europa e Russia.

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