Ottimi Fiorello e Ron, applausi per Vanoni e Stato Sociale. Le Pagelle di Sanremo | Giornale dello Spettacolo
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Ottimi Fiorello e Ron, applausi per Vanoni e Stato Sociale. Le Pagelle di Sanremo

Bene la Hunziker, rimandati Mario Biondi, Elio e le Vibrazioni, da dimenticare gli ex Pooh

Ottimi Fiorello e Ron, applausi per Vanoni e Stato Sociale. Le Pagelle di Sanremo
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Francesco Troncarelli Modifica articolo

7 Febbraio 2018 - 14.18


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10 a Fiorello – Il vincitore di Sanremo 2018 è lui. Ironico, travolgente, caustico e sarcastico e soprattutto bravo. Un performer eccezionale che vale tanto oro quanto pesa in termini di share e di godimento per chi lo ascolta. E’ una forza della natura, ce ne fossero come lui nel mondo dello spettacolo sarebbe una pacchia. Fiorello sei tutti noi che amiamo il festival e soprattutto il varietà. Grandissimo.

9 a Ron –La sua è la canzone più bella e c’è un peàà+rchè. L’ha scritta Lucio Dalla, uno dei più grandi autori della nostra musica pop. Poi l’ex enfant prodige del festival ci ha messo il suo garbo, la sua voce gentile, il suo porgere senza strafare ma per fare emozionare. I capelli bianchi poi gli rendono finalmente giustizia dopo tanti colori ruggine che distraevano il pubblico. Bravo.

8 allo Stato Sociale – La rivelazione. Prima di Sanremo non li conosceva nessuno, come Antonio Razzi prima di diventare deputato. Col loro pezzo che evoca atmosfere alla Rino Gaetano, hanno sbancato in termini di ritmo e simpatia. Sarà il tormentone alla Occidentali’s Karma di Gabbani perché gli italiani sono sempre in vacanza. Ottima la scelta di portare la Nonna di Florenzi sul palco. Dalla regia ci dicono che non era lei, ma va bene lo stesso. E pensare che Renzi voleva smantellare lo stato sociale, col loro successo j’ha detto male.  

7 ad Annalisa –Certo, con quel testo che dice “ora per sempre ti chiedo di entrare lungo discese senza distese” sembrava Cicciolina quando intratteneva il pubblico di assatanati a Radio Lana, ma la canzone funziona e andrà sicuramente bene.

7 alla Vanoni con Bungaro e Pacifico

All’inizio molti credevano fosse Virginia Raffaele che la imitava come l’anno scorso, poi quando ha iniziato a parlare col suo birignao si è capito che era lei. Buona la canzone e il supporto dei paggi che l’hanno accompagnata. Col televoto farà il botto da parte dei tantissimi inquilini delle Ville Arzille sparse per il paese. Della serie largo ai giovani.

6 e mezzo ai The Kolors

Stash (è quello col collo alla Modigliani e il ciuffo alla gallo cedrone) è migliorato cantando in italiano, azzeccando con quel “mai mai mai” il tormentone che lo porterà in Hit parade. Furbi.

6 e mezzo a Max Gazzè

Era vestito come il cocchiere di Dracula, ma si sa, l’abito non fa il monaco, come dimostra l’abbigliamento di Malgioglio, ma quel look serviva probabilmente per sottolineare la leggenda della tradizione pugliese che ha raccontato in musica con maestria.

6 e mezzo a Fabrizio Moro e d Ermal Meta

Un testo impegnato per due bravi cantautori. Una canzone che fa riflettere e che farà strada. Bravi.

6 e mezzo a Michelle Hunzicker

E’ la più disinvolta del trio di conduttori, la scuola di Striscia la notizia è servita a qualcosa. Elegante con spacco sul davanzale senza raggiungere i picchi della farfalla di Belen, ha avuto due momenti imbarazzanti , quando ha “omaggiato” Mina brutalizzando la sua canzone e quando ha detto al marito “ti sposerei di nuovo” e dalla platea hanno ringraziato in quattro. Trova gli intrusi.

6 e mezzo a Gianni Morandi (con Tommaso Paradiso) – L’eterno  ragazzo della canzone italiana col bravo ragazzo del pop tricolore. Una coppia che scoppia. Di classe

6+ a Diodato e Roy Paci – Meno telefonini e più vita, il messaggio del brano sottolineato da una tromba. Come non dargli torto.

6+ a Noemi – “Canta Noemi” ha annunciato Favino, e Berlusconi è collassato pensando a una conseguente nuova inchieste sulle sue “feste eleganti” ad Arcore. Poi quando si è reso conto che si trattava della Milva del Terzo millennio si è ringalluzzito. Brava la rossa e buona la canzone.

6 a Pierfrancesco Favino – All’inizio lo avevano messa da parte, come Totti con Spalletti, poi dopo una buona mezz’ora è comparso sul palco anche lui. Bravo come attore, un po’ meno come presentatore, era più emozionato lui del finto contestatore salito sul palco. L’incidente tecnico poi l’ha mandato in tilt. Ma ha i numeri per cresce. Staremo a vedere.

6 a Luca Barbarossa – Un po’ Lando Fiorini, un po’ Stefano Rosso, ha cantato una storia d’amore dai toni crepuscolari, chi sperava in un ritornello frizzante, si è ricreduto, il sale che Luca chiedeva insomma è mancato e pure l’olio per il condimento. Niente bruschetta insomma. Daje de tacco, daje de punta, tanto pe’ cantà, pe’ fa qualche cosa. E s’accompagna da solo. 

6 a Enzo Avitabile e Peppe Servillo – Dio li fa e poi li accoppia. Come Iachetti e Greggio, ma in salsa partenopea e con tanta arte

6 ai Decibel – Enrico Ruggeri versione Galliani del Milan con due replicanti di Baglioni. Ma consoce come i suoi compagni di merende rock la musica e questo basta per salvarlo.

6- a Giovanni Caccamo – E’ giovanissimo ma è il più antico di tutti. In molti all’annuncio avevano capito si trattasse di Teo Teocoli con la sua celebre macchietta e quando hanno visto che era lui, hanno spento il televisore. 

6- a Nina Zilli –Meglio come cantante che come replicante di Moira Orfei.

5 e mezzo alle Vibrazioni – Tanto fumo e poco arrosto. Avete presente Pif?

5 e mezzo a Claudio Baglioni –Se Fiorello ha scaldato il pubblico, lui l’ha freddato. L’intervento iniziale ha avuto effetti da flebo di camomilla, neanche Mattarella a rete unificate l’ultimo dell’anno è mai riuscito ad essere così soporifero. Plastificato come il miglior Balestra e inamidato come Lurch della famiglia Addams si è ripreso quando ha cantato. Ecco, canta Claudio, che è meglio.

5 a Mario Biondi – Il Barry White di Catania che canta in italiano è un’altra cosa. Come Vincenzo Mollica senza occhiali che sembra la Sora Lella.

5 a Elio e Le Storie Tese – Come la loro canzone (che è sempre quella da anni): arriverdorci. Punto.

5 a Renzo Rubino – Troppo teatrale, troppo difficile, troppo ipermelodico. Troppo.

5 – a Red Canzian – Ha smentito il detto che dice meglio soli che male accompagnati. Dall’oroscopo di Branko la Luna consiglia, concentrarsi sulla cucina vegana. Sì, è meglio.

5- –  a Fogli e Facchinetti – 50 anni di successi cancellati in tre minuti. La loro esibizione ha dato ragione a quanti sostengono che i danni della Fornero nel ritardare la pensione sono incalcolabili. Anche la piccola Katy c’è rimasta male ed è andata a letto col magone.

4 al cast di “A casa tutti bene” –La loro presenza inutile sul palco dell’Ariston è stato un barchettone che neanche Fazio sarebbe riuscito a fare. Hanno strillato “Bella senza anima” e Cocciante ha tentato il harakiri. Applausi solo per Massimo Ghini col suo capello biondo platino a 220 volt che ricordava Panariello in “si è visto il marsupio?”.

3 a Laura Pausini – La telefonata interminabile da casa febbricitante è stata qualcosa di imbarazzante. Bobby Solo senza voce ha vinto un festival in playback. Guardi la Vanoni che sta in piedi per miracolo e impari come si fa.  

 

 

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