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Tutto quello che Johnny Hallyday è stato per la musica rock

Era uno degli artisti più popolari di Francia, aveva portato il rock e venduto 100milioni di dischi. Il successo in Italia e la relazione con Sylvie Vartan

Tutto quello che Johnny Hallyday è stato per la musica rock
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Francesco Troncarelli Modifica articolo

6 Dicembre 2017 - 09.47


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Il vecchio leone del rock francese non ce l’ha fatta. Johnny Halliday se ne è andato nel cuore della notte, dopo aver lottato sino all’ultimo contro il cancro che lo aveva aggredito ai polmoni da circa un anno. La forte fibbra dell’artista che della vigoria fisica e del prendere la vita di petto aveva fatto una sorta di mantra, ha così ceduto di fronte al male per antonomasia. Ad annunciarlo alle tre del mattino con un tweet è stata la moglie Laeticia.
“Johnny Hallyday è andato via. Scrivo queste parola senza potervi credere. E tuttavia è proprio così. Il mio uomo non c’è più, ci ha lasciati questa notte così come ha vissuto lungo tutto il corso della sua vita, con coraggio e dignità”, scrive la moglie nel comunicato che è stato rilanciato dai media.
  Con lui si è spenta una delle più grandi voci francesi, un personaggio popolarissimo oltralpe, amato trasversalmente per la sua bravura e per le sue qualità di grande performer, non a caso era considerato una icona del rock. Registrato all’anagrafe di Parigi come Jean-Philippe Smet, Hallyday, aveva 74 anni e faceva parte di quella generazione di giovani cresciuti in tutto il mondo col mito di Elvis e del rock, “moda” e passione che sarebbero diventate la sua cifra artistica.
  Il suo primo disco, “Hello Johnny”, lo pubblica nel 1960 ed è subito boom, il primo passo di una carriera formidabile che in 55 anni lo porterà a vendere oltre 100 milioni di dischi nel mondo con un repertorio che spaziava dal rock, ovviamente, al blues, ma anche al pop di qualità.

Ha cantato spesso anche in italiano, il suo successo maggiore è stato “Quanto t’amo” cover della sua hit “Que je t’aime” che presentato a Venezia alla Mostra Internazionale di Musica Leggera, scalò subito le classifiche di vendita arrivando ai primi posti di Hit parade.

La sua esibizione a tratti drammatica fece colpo agli occhi dei telespettatori italiani, imponendolo come bello e dannato. Barba bionda, cappello a larghe falde e occhiali da sole, capelli biondi fermati da un foulard alla base della fronte. Certamente non passò inosservato. La sua popolarità da noi aumentò perlatro moltissimo per le sue vicende familiari da cronaca rosa.

Hallyday infatti a quei tempi era sposato con Sylvie Vartan, cantante molto conosciuta nel Belpaese e con diversi dischi di successo all’attivo e partecipazioni in show televisivi di grande ascolto, e i due erano spesso e volentieri sulle prime pagine dei settimanali di gossip con il loro “lasciarsi e riprendersi”. Storie classiche confezionate da certa stampa che comunque alimentavano la fama dei protagonisti, al di là dei veri meriti artistici che erano comunque tanti e importanti.

Fra le sue mille canzoni incise, Johnny ha anche tradotto in francese alcuni brani di Adriano Celentano fra cui 24 000 baci (24 000 baisers), brano sanremese del Molleggiato, che portò al successo internazionale. Molti suoi concerti sono indimenticabili, come quello ai piedi della Torre Eiffel, quelli all Stade de France o quello tenuto assieme ai Rolling Stones che ha fatto epoca.

Ha duettato anche con Zucchero (cover di Blue Suede Shoes) e con molte cantanti donne, come Lara Fabian (Requiem pour un fou), Celine Dion (L’envie, Blueberry Hill, L’hymne à l’amour), Laura Pausini (La loi du silence – Parole e silenzio, Come il sole all’improvviso).

«Il mio cuore è spezzato, come quello di tutta la Francia – ha detto l’ex moglie Sylvie Vartan – Ho perso l’amore della mia gioventù, e nulla mai potrà sostituirlo». «Tutti noi abbiamo qualcosa di Johnny – ha commentato il presidente francese Emmanuel Macron – Di lui non dimenticheremo né il nome, né la faccia, né la voce, né soprattutto le interpretazioni, che, con quel lirismo secco e sensibile, appartengono oggi in pieno alla storia della canzone francese. Ha fatto entrare una parte dell’America nel nostro Pantheon nazionale». «È stato una vera icona, mancherà a tutti ma non sarà mai dimenticato» ha twittato Celine Dion.

Nonostante la malattia, da lui stesso annunciata nel marzo scorso, aveva mantenuto l’impegno di cantare in tournée con le Vieilles Canailles la scorsa estate, insieme agli amici storici Jacques Dutronc e Eddy Mitchell. Quella resterà la sua ultima apparizione su un palco. Oggi, purtroppo, l’uscita di scena.

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